lunedì, Gennaio 27, 2025
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L’accordo Tra Italia ed Arabia Saudita

Una partnership strategica da 10 miliardi di dollari.

L’accordo parte da lontano.

Giorgia Meloni ha l’indubitabile capacità di piacere. Non è una dote scontata, ed è qualcosa che prescinde dai contenuti della sua politica. Gli anziani analisti politici la guardano ancora un po’ dall’alto in basso. La considerano un po’ volgare, un po’ sopra le righe, ciò nonostante resta il fatto che piace, tanto in casa che fuori. Probabilmente questo è anche il suo limite o, per meglio dire, il limite del suo partito, in cui le personalità più in vista non sono neanche lontanamente alla sua altezza, politica o comunicativa che sia.

Grazie a questa sua innata simpatia e al fatto che parla con disinvoltura in inglese, Giorgia Meloni ha sfruttato ogni occasione di incontro internazionale e multilaterale per consolidare dei rapporti personali fondamentali in politica estera. Alcuni di questi si sono rivelati investimenti a brevissimo termine e senza ritorni, visto che la vita politica delle controparti non è stata lunga. Altri, come quelli intessuti con la casa reale Al Saud invece si sono rivelati decisamente proficui.

Capacità di posizionamento.

Se ci chiediamo cosa abbia contribuito in maniera determinante a generare nelle controparti la fiducia necessaria per stringere accordi importanti la risposta è, senza dubbio, la determinazione di Meloni a restare ben posizionata in uno schieramento chiaro e attentamente delimitato. Ciò è avvenuto tanto nei rapporti interni all’Unione Europea, cosa che le ha garantito almeno il rispetto della Von Der Lien ma sicuramente quello dei membri del Gruppo di Visegrad. Inoltre questa chiarezza è stata fondamentale nei rapporti con i rappresentanti degli Stati extraeuropei con cui l’Italia ha avuto la possibilità di relazionarsi.

La sua fedeltà alla Nato. Gli ottimi rapporti prima con Biden e poi con Trump dipendono proprio da questo. Fedeltà dimostrata ripetutamente sia sul fronte Ucraino che nel distanziarsi dai cosiddetti “Stati Canaglia” con i quali l’Italia ha potuto mettere sul piatto decenni di elevatissime capacità di Intelligence dei nostri funzionari. Anche se il caso Sala è stato un piccolo passo falso che ha costretto l’alleato americano ad accettare un doloroso compromesso.

La coerenza nel sostegno ad Israele. L’Italia è uno dei pochi stati europei dove la retorica propalestinese e pro-Hamas non è riuscita a sfondare quanto in Francia o in Olanda, per non parlare del Belgio o della Svezia.

Concretezza nei risultati.

Fin dall’inizio della Crisi Ucraina Meloni ha compreso la necessità di trasformare un enorme rischio, come quello rappresentato da una Russia nuovamente aggressiva, in una grande opportunità per il Paese. Con largo anticipo ha capito che l’era della Pax Europea è finita, che d’ora in poi la tranquillità dei propri cittadini dovrà essere garantita non solo dalla diplomazia ma, ancora una volta, dalla capacità di deterrenza. Ed in questo la visione è stata chiarissima, favorendo lo sviluppo dell’Industria della Difesa in un momento in cui questa è, non solo necessaria, ma richiesta anche all’estero per la qualità dei prodotti e dei progetti.

Coinvolgimento per il futuro.

E’ quindi in questa cornice che si inquadra l’accordo strategico di partnership che vede l’Italia legarsi all’Arabia Saudita. Arabia Saudita primo partner degli Stati Uniti tra i Paesi Arabi. Arabia Saudita che ha permesso l’avvio degli Accordi di Abramo con Israele. Arabia Saudita che è fondamentale per contrastare il ritorno in forze dell’Iran. Arabia Saudita che è l’unica in grado di fare da contraltare, per autorevolezza nell’Islam, alla Turchia Neo ottomana di Erdogan.

E’ grazie alla fiducia che gli USA hanno dimostrato per l’Italia che Mohamed Bin Salman ha invitato la nostra Premier a sedere, alla pari, nella sua tenda nel deserto. Ed è grazie alla crescita dell’Industria della Difesa Italiana che è stato possibile garantire un accordo da 10 Miliardi di dollari con personaggi come MBS che del denaro, soprattutto dei (petro)Dollari hanno il massimo rispetto, (ne hanno un po’ meno della vita umana degli oppositori). Dunque chapeau! Bel colpo! Bel lavoro.

Ora però è già il momento di non sedere sugli allori. La Russia, anche lei, ha capito che l’Italia non tiene più il piede in due staffe e non la ritiene degna di sedere al tavolo delle trattative con l’Ucraina. Il Medio Oriente, soprattutto il Libano, ha bisogno di paesi come il nostro capaci di essere autorevoli su entrambi i fronti, arabo ed israeliano. La Cina sa che non abbocchiamo più alle lusinghe della via della seta e che i nostri porti non sono in vendita. La contrarietà alla transizione green in modalità “Hard Core” è un’altra cifra del governo Meloni, cosa anche questa, poco gradita dalla Cina.

I Rischi.

Cosa può mettere in pericolo questo scenario entusiasmante? Proprio il fatto che Giorgia Meloni è sola. Le uniche figure di spessore di cui può avvalersi sono membri tecnici di governo. Qualcuno l’ha già capito e sono già partite le indagini coperte, illegali, dei servizi segreti su di essi, come quella emersa poche ore fa ai danni del Capo di Gabinetto Gaetano Caputi. Operazione al vaglio dei magistrati ma che dovrebbe mettere sul chi va là chi va tutti i giorni in televisione a lamentare i rischi per la democrazia in Italia.

A questo rischio dato dalla solitudine del capo si aggiungano i sempre possibili rigurgiti di estrema destra ai rischi dei quali Giorgia Meloni non riesce a sottrarsi finché non troverà il modo per tagliare i ponti col suo passato senza che ciò incrini l’aura di coerenza che la circonda e su cui ha investito tutto il suo capitale politico. Simpatica Giorgia, anche molto brava, ma troppo sola per garantirci risultati durevoli. Speriamo che le opposizioni imparino un po’ del pragmatismo meloniano, della sua chiarezza comunicativa, della sua capacità di risultare simpatica ed accattivante. Magari l’Italia e la Democrazia potrebbero giovarsene.

Alexandro Ascoli
Alexandro Ascoli
Imprenditore ed esperto di storia militare. Presidente onorario della Associazione di Ricostruzione Storica "Mos Maiorum". Studioso di Geopolitica e dei conflitti dell'evo antico e moderno del Medio Oriente.
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