Ancora una volta assistiamo al barbaro rituale della Liberazione degli ostaggi Israeliani in cambio del Rilascio dei detenuti palestinesi arrestati per terrorismo. Un cambio mai alla pari, visto che sono centinaia i terroristi rilasciati a fronte di una manciata di ostaggi. Ma probabilmente questo è il giusto rapporto di valore tra degli esseri umani innocenti rapiti dalle loro case e degli assassini con alle spalle ergastoli multipli. Solo che, questa volta, non sono i soliti ostaggi traumatizzati, denutriti, fatti prima oggetto di violenza (a volte sessuale) e poi di scherno, da parte di Hamas e dei gazawi. Questa volta sono ostaggi morti o meglio, sono i cadaveri degli ostaggi che sono stati uccisi dalle belve che vogliono farsi credere partigiani della resistenza.

La vergognosa cerimonia stavolta non ha visto gli ostaggi umiliati con “certificati di rilascio” o con ridicoli regali e dolcetti. Non ci sono ragazze bullizzate dal contatto fisico pressante dei terroristi incappucciati. Non ci sono folle di miliziani armati che urlano per intimidire dei prigionieri inermi, no. Ci sono famiglie di “innocenti” palestinesi. Padri e figli che assistono alla cinica cerimonia come ad uno spettacolo.
Guardando i giovani colli dei bambini protesi verso le macabre casse contenenti i corpicini di bambini più piccoli di loro, (i bambini Bibas, 9 mesi e 4 anni al momento del loro rapimento) non ho potuto fare a meno di ricordare una tradizione della Roma papalina, quando le condanne a morte venivano considerate degli spettacoli “educativi”. Ma in quel caso i padri portavano i figli a rendersi conto di quale brutta fine avrebbero fatto, se avessero intrapreso la via del crimine. E la lezione, subito dopo il taglio della testa, da parte del boia, si concludeva con un sonoro schiaffone proprio su quelle nuche che oggi vengono invece protese per imparare che uccidere degli innocenti porta gloria e considerazione a chi lo fa.
Una considerazione internazionale, visto che il segretario Guterres ha certificato che il 7 Ottobre non è stato un atto di suprema barbarie ma la conseguenza della occupazione. Visto che la stessa Croce Rossa Internazionale, anziché spendersi per visitare ed accudire gli ostaggi ancora vivi – essenza stessa della sua esistenza – si presta a fare da ente certificatore nelle farse grottesche organizzate da Hamas.
Questa barbarie dunque, viene accettata. Viene accettata proprio da coloro che dovrebbero aborrirla. La Croce Rossa impiegherà anni a ripulirsi da quest’onta che, per me, è indelebile. Ma le intere opinioni pubbliche occidentali la accettano supinamente. Nessuno è già più in grado di coglierne l’orrore.