E’ notizia di qualche giorno fa che durante il turno di notte dell’ospedale Australiano Bankstown Hospital due infermieri, un uomo ed una donna, Ahmad “Rashad” Nadir e Sarah Abu Lebdeh, marito e moglie, si sono collegati in video con l’influencer israeliano Max Veifer. Durante la loro chiamata hanno dichiarato di aver già ucciso, di proposito, pazienti di nazionalità israeliana ed ebrei. E che erano intenzionati a proseguire nel loro intento. Ovviamente, la registrazione della videochiamata è stata immediatamente consegnata alle autorità Australiane. Queste hanno prontamente identificato i due infermieri e li hanno arrestati. Inoltre le autorità sanitarie Australiane hanno immediatamente radiato i due infermieri dagli albi di riferimento ed hanno impedito loro di poter esercitare in futuro.
L’odio antisemita
A muovere la mano della coppia sarebbe stato l’odio antisemita mascherato da senso di giustizia nei confronti della causa palestinese. Odio antisemita che con la scusa della guerra di Gaza non ha più remore a mostrarsi, non solo verso gli israeliani ma verso tutti gli ebrei del mondo ritenuti colpevoli di sostenere Israele.
Il vecchio mantra del complotto giudaico che riecheggia nelle università americane, nei salotti europei, sui giornali occidentali in genere crea quella atmosfera di giustificazione delle peggiori forme di denigrazione di calunnia. Avidi, violenti, razzisti, controllori dell’economia mondiale, del mercato delle armi, guerrafondai. Tutti gli epiteti antisemiti e le accuse antiebraiche riprendono vita ammantate da dichiarazioni politiche.
Le accuse scandalose del Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia contro Israele hanno persino contribuito a creare la cornice dentro la quale muovere accuse a tutti gli ebrei del mondo. Da noi, opinionisti come Chef Rubio hanno persino creato delle liste di proscrizione nelle quali vengono elencati nomi di persone ritenute “colpevolmente” vicine ad Israele.
Docenti come Alessandro Orsini edulcorano le definizioni per mettersi al riparo da accuse di antisemitismo chiamando Complotto sionista quello che prima si chiamava Complotto giudaico. Definiscono l’esercito Israeliano un esercito di Assassini. Oppure Alessandro di Battista, ex Movimento 5 stelle, che un giorno sì e l’altro pure, diffonde fake news come quella del detenuto palestinese denutrito (ed invece malato di cancro e curato da Israele) per fare da contrappeso alle immagini degli ostaggi israeliani inscheletriti liberati da Hamas.
Tutto questo concorre a creare quel clima di odio nei confronti degli ebrei che qualsiasi frequentatore di social networks può verificare nei commenti sotto i post pubblicati dai dotti métre à penser citati sopra.
Il rischio per gli ebrei
Ovviamente tutti i Rubio, gli Orsini, i Di Battista, sanno perfettamente che stanno contribuendo attivamente a fomentare questo clima d’odio, ma se ne fregano. Le autorità prendono ancora alla leggera le conseguenze di questa continua diffamazione. Sono troppo preoccupate di essere accusate di censura, ed effettivamente più di una volta le terrificanti affermazioni degli opinionisti antisionisti si sono fatte scudo della Libertà di Pensiero e di Espressione.
La conseguenza come abbiamo detto, non è solo che bambini di otto anni vengono aggrediti, per strada, da energumeni armati di cocci di bottiglia, solo perché portano la kippah, ma addirittura dei pazienti rischiano di venire ammazzati in ospedale da coloro che dovrebbero prendersi cura dei malati. Già oggi assistiamo ad un risultato pratico, gli ebrei negli ospedali italiani evitano di chiedere che gli vengano somministrati pasti Kosher per paura di essere riconosciuti come ebrei e quindi poter essere soggetti a rappresaglie o a dispetti. Ed auguriamoci che non succeda mai nulla di peggio come in Australia.