RICORDI: La Standa.

Quando la mamma ti lasciava tranquillo nel reparto giocattoli.

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In questa calda estate del 2024 la mattina si indugia qualche minuto al bar sotto l’ufficio prima di entrare. Così capita di fermarsi a parlare con una giovane collega incinta del primo figlio. Ben presto la conversazione si sposta sul costo del cibo per bambini e dei completini. Così, non so perché, insieme ai nomi dei vari supermercati che si occupano di abbigliamento, parlando delle vecchie catene mi è uscito il nome Standa. La giovane collega mi ha guardato spaesata e mi ha detto, candidamente, che non aveva alcuna idea di cosa fosse la Standa. Quelli della mia generazione capiscono immediatamente il senso di frustrazione per la consapevolezza di essere diventati così anziani, che le nuove generazioni ignorano completamente alcune delle pietre miliari della tua gioventù.

Il logo Standa dopo l'acquisizione del gruppo Montedison
Il logo Standa dopo l’acquisizione Montedison

Cos’era la Standa.

Per noi nati negli anni sessanta i Grandi Magazzini Standa erano una sorta di Paese delle Meraviglie. All’epoca non c’erano tutte le catene di grande distribuzione che abbiamo oggi e la Standa offriva praticamente tutto. Le mamme giravano tra gli stand di abbigliamento e noi chiedevamo il permesso di aspettarle al reparto giocattoli dove i nostri occhi si riempivano di immagini nelle quali costruivamo straordinarie macchine col Meccano, prendevamo parte ad avventure degne di Ian Fleming con Big Jim o sognavamo storie romantiche con Barbie. Spesso, dopo aver fatto in tutta tranquillità i loro acquisti le mamme ci compravano un dolcetto o un ovetto e si tornava a casa.

La storia

La Standa nasceva negli anni ’30 come “Standard” ma la mania fascista di italianizzare le parole la costrinse a cambiare nome. In pochi anni divenne un marchio nazionale ed era diventata un punto di riferimento come la Rinascente o Upim. Nel 1966 viene acquistata dal gruppo Montedison, all’epoca uno dei più importanti d’Italia, ed è con questo logo che entra a far parte della nostra memoria di ragazzini. Nel 1988 il controllo della società passa a Fininvest che la rilancerà grazie alle televisioni. Purtroppo nel 1998 la Fininvest fu costretta a vendere la Standa per risanare le perdite degli anni precedenti e da quel momento il declino fu inarrestabile, accelerato anche dall’arrivo di gruppi di distribuzione stranieri ancora più grandi. Ma per noi ragazzini delle generazioni X ed Y la Standa resterà sempre un nostalgico ricordo.

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