sabato, Gennaio 18, 2025
spot_img
HomeEsteriPiù Democrazia in Bangladesh?

Più Democrazia in Bangladesh?

La Cacciata della Premier Hasina Sheikh significherà un miglioramento della Democrazia in Bangladesh o assisteremo all’ennesima virata islamista?

La Cacciata della Premier Hasina Sheikh significherà un miglioramento della Democrazia in Bangladesh o assisteremo all’ennesima virata islamista?

Ieri la oramai Ex premier Hasina Sheikh del Bangladesh è fuggita in elicottero in India dove ha nuovamente chiesto asilo politico. Hasina Sheikh è la figlia del Padre fondatore della Repubblica Bangladese, Mujibur Rahman Sheikh ed è sopravvissuta per puro caso alla strage della sua famiglia ordita dai militari nel 1975. Anche in quel caso i militari rimproveravano a Mujibur Rahman Sheikh, il padre, una deriva autoritaria sebbene egli avesse portato il Bangladesh all’indipendenza dal Pakistan, avesse promosso la laicità dello stato e, con essa, migliorato la condizione delle donne Bangladesi. Dopo la morte del Premier il Bangladesh vide una sequenza di colpi di stato fino al 1977 anno nel quale salì alla presidenza Ziaur Rahman, che abolì la laicità dello stato e dichiarò l’Islam religione ufficiale ed iniziò una politica di limitazione della libertà delle altre confessioni religiose presenti in Bangladesh.

La destra nazionalista ed islamista

Mentre Ziaur Raman era al potere come capo del BNP il partito nazionalista del Bangladesh Hasina Sheikh restava in India da dove faceva politica diventando l’esponente di spicco della Lega Awami, il partito di ispirazione progressista fondato dal padre. Tornata in patria all’inizio degli anni ’80 entrò ed uscì dal carcere a causa del susseguirsi di numerosi colpi di stato sempre più reazionari finché non venne eletta per la prima volta nel 1996. Un’altra serie di colpi di stato militari la portò a scegliere tra esilio e carcere e lei preferì il secondo. Finché non venne rieletta nel 2008 e nel 2014.

I progressi del Bangladesh

Sotto la guida di Hasina Sheikh il Bangladesh ha avuto una crescita straordinaria in infrastrutture ed industriale. L’educazione femminile è stata parificata a quella maschile. Quasi 30 milioni di bangladesi sono usciti dalla condizione di povertà assoluta in cui le loro famiglie versavano da generazioni. Questo anche grazie ad un forte utilizzo del microcredito promosso dal premio Nobel Muhammad Yunus che lo ha favorito specialmente nei confronti delle donne. Di converso, così come il padre, Hasina Sheikh ha gradualmente virato verso una svolta autoritaria. Almeno a detta delle opposizioni.

Cosa c’è di vero?

Per noi occidentali non è facile capire quali forme impositive o repressive sono necessarie, in alcune società, per promuovere lo sviluppo ed il progresso. Né siamo in grado di capire bene quanto i partiti tradizionalisti locali siano in grado di sfruttare le fragilità della Democrazia per imporre manovre reazionarie, magari col supporto di potenze straniere abili a diffondere informazioni pilotate e fakes news. Ciò che possiamo fare è di valutare oggettivamente i progressi sulla strada dei diritti individuali e collettivi.

i Governi a confronto

Sotto il governo di Hasina lo sviluppo oggettivo del paese ha avuto una impennata imprevista persino dai mercati internazionali. Sotto il governo del BNP le libertà religiose hanno subito un giro di vite così come la laicità dello stato e le donne non hanno giovato di particolari programmi di emancipazione. Come valutare allora questo ennesimo colpo di stato?

Il Pakistan

Durante la guerra di indipendenza dal Pakistan il Bangladesh ha avuto il sostegno dell’India e non è un caso che la ex premier abbia chiesto asilo per ben due volte nella più popolosa democrazia del mondo. Al contrario il Pakistan ha intessuto relazioni con i militari Bangladesi attraverso  i canali internazionali dedicati alla difesa, per la maggior parte controllati dalla Russia e dalla Cina. Il Pakistan che, occorre ricordarlo, ha avuto anche lui una svolta islamista che lo ha portato ad allontanarsi gradualmente dagli USA per avvicinarsi a posizioni maggiormente terzomondiste. Il Pakistan che è stato a lungo un santuario per i talebani in fuga dall’Afghanistan e per i vertici di Al Qaeda.

Le prospettive

Cosa dobbiamo dunque aspettarci da questo cambio al vertice del Bangladesh? Il fatto che il Movimento studentesco alla guida della rivolta abbia proposto, come nuovo Primo ministro ad interim il Premio Nobel Muhammad Yunus, lo stesso che ha promosso il microcredito per le donne, e che questo abbia accettato, lascia ben sperare. Ma il fatto che, ancora una volta, alla gestione della situazione sul terreno, siano stati posti i generali mette un po’ di apprensione e di preoccupazione che, placati gli animi, si ritorni ad un governo, magari ancora più reazionario, tradizionalista e religioso.

L’esempio egiziano

L’Occidente è sempre affascinato dai “movimenti rivoluzionari” al punto tale che difficilmente ci si domanda, questa rivoluzione, dove voglia portare. Fu così con le primavere arabe che portarono solo nuovi rais al potere. Fu così per la rivoluzione del Nilo, che portò alla caduta del regime di Hosni Mubarak ma che innalzò al potere la Fratellanza Musulmana col presidente Mohammad Morsi, che riportò l’Egitto dieci o quindici anni indietro in fatto di diritti della persona e della donna. E’ servito un nuovo colpo di stato per liberare il paese dei Faraoni dalla Fratellanza Musulmana, e certo non possiamo ancora definire l’Egitto un Paese democratico.

L’arabia Saudita

Nessuna rivoluzione popolare nell’Arabia dei Al Saud, piuttosto una repressione contro gli oppositori interni portata avanti dal Principe Bin Salman che però, indubitabilmente, ha portato l’Arabia Saudita a compiere dei progressi sociali impensabili solo dieci anni fa e svolte geopolitiche che hanno aperto nuove speranze di pace in Medio Oriente.

Che dobbiamo aspettarci?

Nessuno è ancora in grado di dirlo. Se Mohammad Yunus riuscirà ad ispirare un governo rispettoso delle minoranze e delle donne. Capace di riappacificare gli schieramenti e di non gettare alle ortiche tutti i progressi conquistati negli ultimi 25 anni, il Bangladesh potrebbe uscire dalla miseria che ne ha attanagliato l’economia. Se a dettare le regole saranno i militari, con molta probabilità l’asse politico si sposterà a destra vicino alle posizioni intransigenti del Pakistan e, probabilmente, allineato con esso in politica estera. E non sarebbe una bella prospettiva per l’occidente che oggi ospita enormi comunità bangladesi.

Alexandro Ascoli
Alexandro Ascoli
Imprenditore ed esperto di storia militare. Presidente onorario della Associazione di Ricostruzione Storica "Mos Maiorum". Studioso di Geopolitica e dei conflitti dell'evo antico e moderno del Medio Oriente.
ARTICOLI CORRELATI

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

- Advertisment -
Google search engine

Articoli popolari

Commenti recenti