Non a caso è l’ospedale più grande dell’intera Striscia
L’ospedale Shifa di Gaza funge da scudo del quartiere generale e del comando strategico di Hamas. Sotto di esso è situato il centro nevralgico dell’organizzazione terroristica e dall’interno della struttura si accede ai cunicoli nascosti.
La scelta di edificarlo in quel posto non è casuale: Hamas intende difendersi dagli attacchi esterni, per cui ha eretto successivamente degli edifici sensibili come scuole ed ospedali sopra le basi militari da cui pianifica e ordina operazioni contro lo stato ebraico. Non a caso, dove è collocato il comando strategico ha scelto di costruire l’ospedale più grande dell’intera Striscia.
Durante il conflitto la struttura ha assunto un ruolo mediatico predominante, a causa della propaganda utilizzata contro Israele, accusato di disinteressarsi delle vite civili presenti al suo interno al punto da volerla attaccare. L’accusa si inserisce nel quadro della guerra cognitiva condotta da Hamas ai danni dell’opinione pubblica occidentale, per poca conoscenza o malafede pronta ad assecondare la narrazione dell’organizzazione terroristica. Pertanto, è necessario evidenziare la verità su questo delicato dossier.
Colpire l’ospedale Shifa è imprescindibile per ottenere la distruzione del comando strategico di Hamas, al fine di procurarne un indebolimento ragguardevole e avvicinarne l’estirpazione, che senza l’entrata di altri attori regionali nelle ostilità potrebbe portare alla fine della guerra. Tuttavia, in Occidente prevale l’errata convinzione ritenente Israele autore di un crimine di guerra e della violazione del diritto internazionale in caso di attacco all’ospedale. Eppure, la Convenzione di Ginevra smentisce nei suoi articoli questa narrazione, esplicitando come sia Hamas piuttosto che Israele a violare la legge di guerra in merito alle tutela delle strutture sanitarie.
Nell’articolo 19 della Convenzione si legge: «La protezione dovuta agli ospedali civili potrà cessare soltanto qualora ne fosse fatto uso per commettere, all’infuori dei doveri umanitari, atti dannosi al nemico. Tuttavia, la protezione cesserà soltanto dopo che un’intimazione con la quale è fissato, in tutti i casi opportuni, un termine ragionevole, sia rimasta senza effetto. Non sarà considerato come atto dannoso il fatto che in questi ospedali siano curati dei militari feriti o malati o che vi si trovino armi portatili e munizioni ritirate a questi militari e non ancora consegnate al servizio competente». Pertanto, a causa della presenza di punti d’accesso ai cunicoli sotterranei nell’ospedale, all’esistenza del quartier generale di una parte belligerante sotto di esso ed in ragione degli avvisi emessi dall’esercito israeliano sulla possibilità che l’area venga interessata dai combattimenti un attacco di Gerusalemme sarebbe pienamente legittimo e legale.
Inoltre, nell’articolo 28 della Convenzione di Ginevra si riporta: «Nessuna persona protetta potrà essere utilizzata per mettere, con la sua presenza, determinati punti o determinate regioni al sicuro dalle operazioni militari». Il vile utilizzo di civili presenti nella struttura per difendersi dalle operazioni militari è quanto sta compiendo Hamas, violando di conseguenza il diritto internazionale. Nei prossimi giorni è probabile che Israele decida di colpire al cuore l’organizzazione terroristica agendo contro l’ospedale Shifa, di cui quotidianamente chiede l’evacuazione.
Tuttavia, un bombardamento potrebbe non essere l’unica opzione percorribile, dato che i comandi militari israeliani ipotizzano di intervenire con un blitz armato nella struttura, al fine di distruggere il quartier generale di Hamas dall’interno dell’edificio, senza raderlo al suolo. Un’ipotesi che dimostra come Gerusalemme stia tentando di salvaguardare la vita dei civili, dimostrando un rispetto verso essi opposto alla barbarica ideologia della controparte terroristica, colpevole di deliberate carneficine ai danni degli innocenti.